SAN MAURO MARCHESATO- Intitolazione auditorium 7 maggio 2021 Intervento di Mario Orlando De Marco

In occasione della 15^ edizione del Premio Dino Vitale che si terrà domani 18 novembre 2022, ricordo il mio intervento dello scorso anno, quando l’Auditorium è stato intitolato a Dino Vitale.
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Ringrazio innanzitutto il sindaco Carmine Barbuto per avere voluto e sostenuto l’intitolazione di questo Auditorium al nostro carissimo poeta e scrittore locale Dino Vitale.
Non vi nascondo che quando l’avvocato Carmine Barbuto mi ha manifestato la volontà di intestare l’auditorium comunale a Dino Vitale, la mente mi ha riportato al 2008, quando, se ricordo bene, a fine estate, il sindaco Barbuto ci volle, assessori e consiglieri, tutti in Comune perché doveva darci una comunicazione speciale.
Eravamo tutti in suspense, pensavamo ad una iniziativa materiale, a qualche opera, a qualche aggiustamento di strade, mai una cosa così grande, così bella, che avrebbe tramandato ai giovani e alle generazioni future l’amore per il proprio paese e per la cultura.
Con grande entusiasmo, invece ci informa, d’accordo con Silvana Vitale, del loro desiderio di intitolare una borsa di studio a Dino Vitale. Subito ci siamo alzati in piedi ed è scattato un lungo e scrosciante applauso. Applauso che è continuato fino ad oggi, se è vero come è vero, che siamo giunti alla 13^ edizione del premio. Ed oggi quello applauso è ancora più significativo.
Consentitemi, quindi, di rivolgere un pensiero, un ricordo a Silvana Vitale, perché senza la sua brillante iniziativa probabilmente, anzi quasi certamente, le nuove generazioni non avrebbero avuto modo di conoscere Dino Vitale o quanto meno lo avrebbero conosciuto quei pochi che, per passione della lettura o per curiosità, avrebbero visto, nella libreria dei genitori o nella biblioteca comunale, i testi dello scrittore sanmaurese.
Ma sicuramente non l’avrebbero conosciuto, come lo stanno conoscendo, attraverso questi memorial annuali.
Dopo il ricordo affettuoso di Silvana, il mio riconoscimento, e credo anche il Vostro, va ai due sindaci Carmine Barbuto e Levino Rajani. A Carmine, perché ricordo,come ho detto, con quanto slancio, entusiasmo e gioia, ha dato inizio all’iniziativa e a Levino, perché ha continuato, con grande volontà, questa manifestazione culturale, durante il suo mandato da sindaco. Manifestazione che esalta tutti i sanmauresi, ovunque si trovano; esempio lampante ne è il gruppo numeroso “Sanmauresi in Piemonte e in altre regioni”.
Ma chi era Dino Vitale? Chi è Dino Vitale?
Dice di lui, il prof. Francesco Squillace, il 21 agosto 2007, sul suo blog, con molta concretezza e realtà:
“Per molti studenti è morto quel signore distinto che con la sua eterna borsa si sedeva alle panchine della Carrera in attesa del pullman per Crotone”. Poi continua: “per molti, ignoranti e poco avvezzi alla cultura , è morto soltanto uno che aveva preferito la penna alla zappa” .” Per noi, quelli della mia generazione, quelli degli anni 50, è morto il primo vero scrittore di San Mauro Marchesato. Era quello che aveva aperto una strada nuova anche per tutte le generazioni che andando a scuola, cominciavano a intravedere un futuro diverso”.
Ho conosciuto Dino il 1967, avevo appena 22 anni, lui 35 perché condividevamo la stessa appartenenza politica.
Diventammo subito amici, specialmente quando gli ho detto che la mia fidanzata era di San Mauro.
Abbiamo cominciato a frequentarci, più assiduamente, nel 1975, quando mi stabilii definitivamente a San Mauro.
Mi disse che aveva frequentato il Ginnasio di Santa Severina, ma la sua formazione si era perfezionata nell’Azione Cattolica nell’ambito della quale fu molto attivo e me ne parlava sempre con orgoglio.
Così quando mi sono stabilizzato definitivamente a San Mauro, con tanti amici, abbiamo aperto una sede del Movimento Cristiano Lavoratori, un movimento a carattere sociale, di solidarietà e volontariato alla cui presidenza eleggemmo il defunto prof. Gaetano Drammis, al quale esprimo il ricordo e la riconoscenza di tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Tornando a Dino Vitale, non parlo delle sue opere delle quali tanti volte, nel corso di queste manifestazioni, ho scritto.
Ma non posso, in una circostanza come questa, sottacere il suo impressionante garbo, la sua dolcezza, il suo modo di porsi, gentile, raffinato. Un vero autentico gentiluomo, riservato, socievole che ti faceva toccare nell’animo la serenità. Il suo sogno era ed è stato per tutta la vita di scrivere per smuovere le coscienze adoperando tutte le sue capacita disinquinanti”; un mondo che garantiva a tutti, specialmente ai più deboli, la sicurezza fisica e morale. Era praticamente un uomo del presente e dell’avvenire.
La benevolenza è stato il suo tratto caratteristico insieme alla capacità di vedere e saper tirare fuori il bene, il buono, il positivo in ogni cosa e in ogni persona. Mi dicevano i nostri amici, che abbiamo mantenuto nel tempo, che Dino aveva una grande capacità di valorizzare ogni rapporto in una dimensione di relazione carica di umanità, accoglienza e comprensione.
Prima di chiudere, consentitemi qualche altro ricordo personale che s’intreccia con la ricorrenza, perché si tratta dell’ultima fatica di Dino Vitale, pubblicata in vita: il romanzo Cori Angelo.
E’ l’opera che mi affiora sempre alla mente perché per Natale 1999 Dino mi diede il libro fresco di stampa che misi, per i troppi impegni di allora, in uno scafale della libreria. Nell’agosto 2000, presi quel libro o lo divorai d’un fiato. Dopo, sentii fortemente il bisogno di scrivere una recensione sul Quotidiano del Sud. Dino era a Roma e alcuni amici gli parlano di questo articolo. Appena torna, mi vede e sorridendo mi dice: “cosa fai, scrivi di me e non mi avvisi?” Poi mi accenna che già sta pensando ad una nuova opera. Così nella prima edizione di questo premio nel 2008, arriva la conferma che “Cori Angelo” non è l’ultima fatica di Dino. A darla è Silvana, che parlando del suo fratello speciale annuncia che farà pubblicare l’ultimo suo scritto. Ed ecco: Il Missionario, un nome stupendo, adatto a Dino, dove quando il dramma sembra essere senza scampo, l’amore riesce a trovare una via d’uscita e trionfa.